IL COMITATO PARITETICO EDILE
PER LA FORMAZIONE E LA SICUREZZA
PER LA PROVINCIA AUTONOMA DI BOLZANO
Nel settembre del 1989, in ossequio al dettato contrattuale dei settori industriale e artigiano edile, veniva istituito dalle parti sociali (Collegio dei Costruttori, Associazione Provinciale dell'Artigianato, Unione degli Artigiani Altoatesini, ASGB Bau, Feneal Uil, Filca Cisl, Fillea Cgil) il Comitato Paritetico per la Prevenzione Infortuni, l'Igiene e l'Ambiente di Lavoro per la Provincia di Bolzano.
Da subito ci si pose l'obbiettivo di un approccio culturale diverso, rispetto a quello meramente repressivo in uso nel passato, alla tematica della sicurezza.
Si cominciò con l'assicurare la formazione dei lavoratori con corsi base, a carattere generale, cercando nel contempo di stimolare e attivare l'Ente Pubblico verso iniziative più incisive.
Si rese necessaria una prima revisione statutaria nel settembre dell'anno 1992, per poter far fronte alle crescenti richieste di formazione, informazione e consulenza di tutti gli operatori del settore e in tal senso si operò attraverso molteplici iniziative, di carattere locale, nazionale ed europeo.
Informazione e formazione, riferite alla prevenzione degli infortuni e alla tutela della salute dei lavoratori, trovarono quindi un sostanziale supporto nel D.Lgs. 626/94 (artt. 20 e 22, comma 6) e successivamente nel D.Lgs. 81/08 (art. 51).
Per quanto all'informazione si tratta di far conoscere rischi e relative misure di prevenzione, con comportamento attivo e dunque presa di coscienza dei lavoratori.
La formazione per la prevenzione infortuni deve riguardare ogni singolo lavoratore, con riferimento alla mansione e all'ambito in cui opera, ed è prevista anche per i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza e per gli incaricati alla gestione delle emergenze (pronto soccorso, lotta contro gli incendi, evacuazione nei casi di pericolo immediato).
Informare, istruire, addestrare, formare per disporre di risorse umane "professionali", in grado di operare con efficienza e efficacia, in modo qualitativo, senza errori e ritardi è dunque il traguardo che il Comitato si è dato nel campo della sicurezza. La realizzazione, il successo dell'iniziativa, richiedono certamente lo sforzo di collaborazione di tutte le componenti, in primo luogo quelle di cantiere.
A tal fine si rende altresì necessaria la partecipazione impegnata delle parti sociali che consenta di dare un'efficace spinta verso una maggiore garanzia di sicurezza nei cantieri, coinvolgendo anche le istituzioni pubbliche preposte a questo compito. In aggiunta alla problematica antinfortunistica si è poi riscontrato, attraverso opportune indagini, che il fabbisogno di servizi e formazione/riqualificazione della mano d'opera, anche impiegatizia e dirigenziale, occupa un posto rilevante nelle aspettative degli operatori del settore.
Le parti sociali stanno cercando dunque di dare una risposta adeguata alla domanda di formazione, con l'allargamento delle competenze del Comitato, che ora si presenta come istituzione deputata all'attività di formazione professionale vera e propria, da affiancarsi a quella in essere di formazione alla sicurezza, anch'essa peraltro da completare.
La formazione professionale è ora prevalentemente gestita dalle scuole professionali della provincia. Il Comitato intende fornire un utile contributo con iniziative innovative che servono di stimolo per attivare nuove leve nel settore e dare una migliore qualificazione alle maestranze occupate.
L'assenza di strutture adeguate per la formazione e la riqualificazione in un quadro articolato che preveda, accanto alle forme tradizionali, momenti fortemente innovativi, è uno dei fattori che impedisce alle nuove leve di avvicinarsi all'edilizia e non contribuisce all'inserimento organico dei molti lavoratori extracomunitari.
Partendo da queste considerazioni le parti sociali hanno dunque ritenuto opportuno, come già evidenziato, il suddetto allargamento delle competenze del Comitato, confortate in ciò dalle istanze contrattuali e dagli accordi complementari tra le parti sociali.
Da subito ci si pose l'obbiettivo di un approccio culturale diverso, rispetto a quello meramente repressivo in uso nel passato, alla tematica della sicurezza.
Si cominciò con l'assicurare la formazione dei lavoratori con corsi base, a carattere generale, cercando nel contempo di stimolare e attivare l'Ente Pubblico verso iniziative più incisive.
Si rese necessaria una prima revisione statutaria nel settembre dell'anno 1992, per poter far fronte alle crescenti richieste di formazione, informazione e consulenza di tutti gli operatori del settore e in tal senso si operò attraverso molteplici iniziative, di carattere locale, nazionale ed europeo.
Informazione e formazione, riferite alla prevenzione degli infortuni e alla tutela della salute dei lavoratori, trovarono quindi un sostanziale supporto nel D.Lgs. 626/94 (artt. 20 e 22, comma 6) e successivamente nel D.Lgs. 81/08 (art. 51).
Per quanto all'informazione si tratta di far conoscere rischi e relative misure di prevenzione, con comportamento attivo e dunque presa di coscienza dei lavoratori.
La formazione per la prevenzione infortuni deve riguardare ogni singolo lavoratore, con riferimento alla mansione e all'ambito in cui opera, ed è prevista anche per i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza e per gli incaricati alla gestione delle emergenze (pronto soccorso, lotta contro gli incendi, evacuazione nei casi di pericolo immediato).
Informare, istruire, addestrare, formare per disporre di risorse umane "professionali", in grado di operare con efficienza e efficacia, in modo qualitativo, senza errori e ritardi è dunque il traguardo che il Comitato si è dato nel campo della sicurezza. La realizzazione, il successo dell'iniziativa, richiedono certamente lo sforzo di collaborazione di tutte le componenti, in primo luogo quelle di cantiere.
A tal fine si rende altresì necessaria la partecipazione impegnata delle parti sociali che consenta di dare un'efficace spinta verso una maggiore garanzia di sicurezza nei cantieri, coinvolgendo anche le istituzioni pubbliche preposte a questo compito. In aggiunta alla problematica antinfortunistica si è poi riscontrato, attraverso opportune indagini, che il fabbisogno di servizi e formazione/riqualificazione della mano d'opera, anche impiegatizia e dirigenziale, occupa un posto rilevante nelle aspettative degli operatori del settore.
Le parti sociali stanno cercando dunque di dare una risposta adeguata alla domanda di formazione, con l'allargamento delle competenze del Comitato, che ora si presenta come istituzione deputata all'attività di formazione professionale vera e propria, da affiancarsi a quella in essere di formazione alla sicurezza, anch'essa peraltro da completare.
La formazione professionale è ora prevalentemente gestita dalle scuole professionali della provincia. Il Comitato intende fornire un utile contributo con iniziative innovative che servono di stimolo per attivare nuove leve nel settore e dare una migliore qualificazione alle maestranze occupate.
L'assenza di strutture adeguate per la formazione e la riqualificazione in un quadro articolato che preveda, accanto alle forme tradizionali, momenti fortemente innovativi, è uno dei fattori che impedisce alle nuove leve di avvicinarsi all'edilizia e non contribuisce all'inserimento organico dei molti lavoratori extracomunitari.
Partendo da queste considerazioni le parti sociali hanno dunque ritenuto opportuno, come già evidenziato, il suddetto allargamento delle competenze del Comitato, confortate in ciò dalle istanze contrattuali e dagli accordi complementari tra le parti sociali.